Spunti e
fatti del nostro 2022
LORENZO L. BORGIA
NOTE E
NOTIZIE - Anno XIX – 17 dicembre 2022.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: DISCUSSIONE/AGGIORNAMENTO]
Forse a noi è
parso che sia trascorso più in fretta questo 2022 perché sono mancati grandi eventi
di risonanza internazionale nel campo delle neuroscienze e, tra questi, il
conferimento del Premio Nobel a uno studioso che abbia ottenuto risultati in un
campo di interesse neuroscientifico o collegato alla ricerca di base in
neuroscienze, come è accaduto spesso negli anni recenti.
Infatti, il
Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina quest’anno è andato a Svante Paabo[1] che,
dopo aver studiato storia della scienza ed egittologia, si è interessato al
campo della paleobiologia degli Egizi inaugurato dal nostro Brunetto Chiarelli,
studiando il DNA di reperti paleoantropologici. Nel 1993 si è occupato di Otzi,
l’uomo preistorico ritrovato in un ghiacciaio del Tirolo. Ha studiato il DNA
dell’uomo di Neanderthal e con i suoi collaboratori ha identificato un nuovo
ominide imparentato con Neanderthal, l’Homo di Denisova, studiando il
DNA mitocondriale di resti di un corpo femminile detto Donna X[2].
L’anno è
incominciato con la delusione di chi sperava, se non proprio in un’eradicazione
di SARS-CoV-2 con le vaccinazioni di massa, in un drastico calo dei contagi e
dei decessi, e invece il mancato ricorso a tutte le altre misure di
contenimento della diffusione ha prodotto la condizione attuale, a proposito
della quale gli infettivologi sono stati interpellati per la divulgazione del
significato della parola “endemia”. Nel corso dell’anno sono stati pubblicati alcuni
interessanti studi che hanno aggiunto nuovi elementi di conoscenza circa i
meccanismi del danno al sistema nervoso centrale da parte di SARS-CoV-2, inclusa
una potenzialità neurodegenerativa.
Ripercorriamo
i mesi trascorsi attraverso gli articoli pubblicati nelle “Note e Notizie”, che
più di altri hanno attratto attenzione all’interno e all’esterno della nostra
società scientifica, suscitando commenti e discussioni.
Nel mese di
gennaio la definizione della base neurale del riconoscimento dell’identità di
una voce e della presenza di emozioni nella modulazione della parola ha colpito
molti. Infatti, l’architettura complessa di reti gerarchizzate per elaborare l’informazione
costituisce un modello che riesce a spiegare aspetti che sfuggivano ai modelli
correnti (Note e Notizie
22-01-22 Reti corticali di tasselli vocali per riconoscere identità ed emozioni
delle voci). L’articolo comincia con
una tranche de vie in cui si è verificato, in un comune contesto
sociale, il riconoscimento fallace di identità di una voce da parte di due
persone, che hanno condiviso d’intesa la consapevolezza dell’errore.
Nello stesso
giorno è stata pubblicata la ventiquattresima parte di “Specchio della psiche e
della civiltà” (Note
e Notizie 22-01-22 Specchio della psiche e della civiltà – ventiquattresima parte), che ha avuto notevole seguito, come sempre, e come
sarà per tutte le altre “puntate” nel corso dell’anno, per cui non la
menzionerò più.
La settimana
successiva (Note e Notizie 29-01-22) l’identificazione del sensore duodenale
che distingue lo zucchero dai dolcificanti ha interessato di più degli studi
sulla neuroplasticità.
La scoperta nel
cervello umano di neuroni codificanti le addizioni, specifici e diversi da
quelli codificanti esclusivamente le sottrazioni, ha colpito molti anche tra
coloro che seguono il campo della ricerca sulle basi cerebrali dell’aritmetica (Note e Notizie 19-02-22 Neuroni
codificanti addizioni e sottrazioni scoperti nel cervello umano), oscurando un po’ la recensione dello studio
pubblicata lo stesso giorno su “Cosa accade quando si perde la coscienza”. La
settimana successiva, invece, si è molto discusso sulla “Diversa regolazione
per emozioni positive e negative nel cervello umano”.
Il 24 febbraio
2022 la Russia ha dato inizio all’invasione dell’Ucraina innalzando
esponenzialmente il numero di vittime in un conflitto in atto dal 2014 e ancora
in corso. L’esecrazione, la condanna e l’indignazione per questa guerra, come
per tutte le guerre quali strumenti di morte di massa, si estende anche alla
considerazione delle ferite invisibili e purtroppo indelebili che spesso
rimangono nei superstiti: Note
e Notizie 12-03-22 Danni della guerra al cervello dei superstiti. Da questo scritto si apprende che tutta la storia
dei disturbi da stress in medicina e in psichiatria, e particolarmente
quella del PTSD (disturbo post-traumatico da stress), è legata al danno
cerebrale causato da eventi bellici.
La settimana
dopo abbiamo presentato l’identificazione del meccanismo di tossicità per i
motoneuroni nella SLA e nella demenza FT; la recensione si conclude con questo
brano: “Arredondo e colleghi hanno allora cercato verifiche del meccanismo di
morte astrocitaria dei motoneuroni mediata dal polifosfato nei pazienti
deceduti per SLA. L’indagine post-mortem su casi sia familiari sia
sporadici ha rivelato nelle sezioni del midollo spinale, mediante colorazione, un’accresciuta
presenza di segni di poliP, e nel fluido cerebrospinale (CSF) una
concentrazione abnormemente alta di poliP.
I risultati
delle osservazioni condotte da Arredondo e colleghi in vitro
stabiliscono un eccesso di poliP derivato dagli astrociti quale
fattore critico nella degenerazione motoneuronica non autonoma dalle cellule, e
dunque quale responsabile patogenetico della SLA e potenziale bersaglio
terapeutico per un trattamento inteso ad arrestare la progressione del processo
degenerativo.
Infine, il dato
dell’elevata concentrazione di poliP nel liquor, suggerisce la possibilità di
adottare il polifosfato quale nuovo biomarker di SLA/FTD” (Note e Notizie 19-03-22 Identificato
il meccanismo di tossicità per i motoneuroni in SLA e demenza FT).
Edvard I.
Moser e May-Britt Moser, Nobel nel 2014 per le
scoperte sulla mappa cognitiva dell’ambiente, hanno creato un nuovo strumento
di ricerca: “Si tratta di un prodigioso quanto minuscolo gioiello tecnologico
che pesa meno di 3g, in grado di registrare l’attività di oltre 1000 neuroni per
volta e può applicarsi sulla superficie cranica per “vedere” dal vivo in
diretta cosa accade nella corteccia cerebrale di un animale mentre corre, mangia,
beve o esplora uno spazio nuovo. È costituito da un microscopio bifotonico
miniaturizzato (MINI2P) in grado di sviluppare un calcium
imaging rapido, multiplanare e ad alta
risoluzione; il rilevatore di immagini funzionali è stato applicato a topi che hanno
mostrato di non avvertire la sua presenza, dedicandosi liberamente a tutte le
attività di preferenza e necessità della vita quotidiana”. E lo hanno già
impiegato con profitto, come si legge nel nostro articolo, che include anche
una sintesi della storia delle scoperte in quel campo, a partire dalle “cellule
di luogo” individuate da John O’Keefe e John Dostrovsky:
Note e Notizie 26-03-22
Eccezionale
scoperta dei coniugi Moser già insigniti del Nobel.
Il 2 di aprile abbiamo dato conto della definizione di
un ruolo della corteccia parietale nella paura e nella pianificazione, e dalla
discussione sullo studio recensito è nato un dibattito circa l’opportunità di
integrare le nuove conoscenze nei vecchi modelli di neurofisiologia della
corteccia cerebrale, invece di cominciare ad elaborare modelli nuovi prendendo dal
costruendo mosaico di risultati funzionali ottenuti secondo la chiave di
lettura delle reti neuroniche. La settimana dopo abbiamo commentato le immagini
del metatalamo in 3D (Note
e Notizie 09-04-22 Metatalamo in 3D e prima visualizzazione della sua
citoarchitettonica).
Mentre il 23 aprile abbiamo discusso degli effetti sul
cervello dei lunghi viaggi spaziali, che rendono ancora più remota la
prospettiva del “turismo planetario” già per altri versi passata di moda, un
incontro seminariale è stato dedicato a un saggio breve che riprende e commenta
un argomento trattato dal presidente in “Specchio della psiche e della civiltà”:
Note e Notizie 23-04-22
Vantaggi
psicologici delle coppie antiche, dal quale traiamo questo spunto
che ci testimonia come nell’ethos di coppia si ponevano in gioco questioni
psicologiche:
“Alla coscienza dei membri della coppia emerge la
valenza della signoria di sé per la stima affettiva: la continenza non
si limita a dare forma strutturata al soggetto responsabile temprato nell’altruismo
e nelle priorità dello spirito, ne accresce la rispettabilità fino all’ammirazione
agli occhi dell’altro, e soprattutto fonda l’autorevolezza dei coniugi nel
compito educativo.
Paul Veyne, a proposito dello stile della coppia, parla
di ‘conformismo volontaristico’ e sottolinea che ‘c’era, fra lo stoicismo e la
nuova morale coniugale, un’affinità più autentica. Questa morale non prescriveva
più di eseguire docilmente un certo numero di compiti coniugali, ma di vivere
da coppia ideale, in base a un costante sentimento d’amicizia per sé sufficiente
a dettare dei doveri. […] Il conformismo stoico riprenderà l’istituto matrimoniale
in tutto il suo rigore e lo renderà più severo esigendo dagli sposi che
controllino il minimo gesto e che prima di cedere al minimo desiderio possano
provare che questo desiderio è fondato sulla ragione’[3]”.
La settimana successiva, prendendo spunto dalle
pubblicazioni del 30-04-22, si è discusso delle differenze sessuali emerse nel
circuito amigdala-BNST nelle reazioni di ansia anticipatoria; poi dell’influenza
degli stati interni del cervello sui codici di luogo ippocampali e, infine,
degli squilibri molecolari cerebrali trovati nella sindrome di Down.
Il 7 maggio lo scandalo di Eugene Doyen (Note e Notizie 07-05-22 Lo scandalo
di Eugene Louis Doyen per il suo atlante di anatomia topografica) ha
oscurato la scoperta di una nuova funzione degli astrociti nella sinergia con i
neuroni. Si tratta di un nuovo processo astrocitario
identificato da Moritz Armbruster e colleghi o, come
loro stessi hanno definito la scoperta, “una nuova classe di dinamiche
subcellulari di membrana astrocitaria e una nuova forma di interazione
neurone-astrocita”. I ricercatori hanno rilevato che la depolarizzazione dei
processi astrocitari periferici inibisce la clearance astrocitica del
glutammato durante l’attività neuronica, accrescendo l’attivazione dei
neuroni post-sinaptici da parte del glutammato.
Nelle Notule
del 7 maggio si parla anche dell’identificazione di un nuovo biomarker
per la diagnosi precoce di malattia di Alzheimer: P-tau181.
La settimana
successiva la nostra società scientifica ha a lungo discusso la possibilità che
il locus coeruleus sia un generatore o modulatore di stati mentali: Note e Notizie 14-05-22 Insiemi
neuronici del locus coeruleus inducono differenti stati mentali. Ecco come
Giovanni Rossi ha presentato la questione: “Forse il reale ruolo fisiologico del locus coeruleus sta per
essere chiarito. Questa affascinante formazione dell’encefalo implicata nella
risposta allo stress e particolarmente considerata come avviatore del
circuito che rilancia la reazione di fuga senza l’attualità materiale di una
minaccia, come avviene nell’ansia umana, sembra ancora per molti versi
impenetrabile ad una interpretazione neurobiologica che renda conto allo stesso
tempo della sua peculiarità neurotrasmissiva e del suo contributo alla neurofisiologia
dei sistemi con i quali è in connessione, e particolarmente a quella delle reti
corticali”. E poi, sintetizzando la parte saliente dello studio: “Una gamma di modulazioni di stato si è verificata
per l’attivazione di differenti insiemi di neuroni del locus coeruleus,
incluso uno stato attivato tipico con accresciuta alta frequenza elettrica,
così come altri stati, inclusa la ridotta corrente di alta frequenza. Così, in
contrasto con lo stereotipo dello stato di attivazione del cervello evocato dalla
stimolazione in massa del locus coeruleus, la spontanea attivazione di distinti
insiemi di neuroni del locus coeruleus risulta associata con numerosi
e differenti stati corticali”.
Nella stessa settimana,
e pubblicati con le Note del 14 maggio, vi sono la scoperta di un circuito
ipotalamico che associa la neurogenesi alla novità e come migliorare la terapia
genica nella sindrome di Angelman.
La settimana seguente abbiamo tenuto
degli incontri sulla scoperta del ruolo delle cellule a candelabro del cervelletto:
Note e Notizie 21-05-22 Scoperto il
misterioso ruolo delle cellule a candelabro del cervelletto. La
recensione così si conclude: “L’insieme
delle evidenze emerse da questo studio consente di concludere che input,
output e segnali locali convergono sulle cellule a candelabro
della corteccia cerebellare, per consentire loro di assumere un ruolo unico
nel controllo del segnale in uscita dal cervelletto”. Nella stessa
settimana si è dato conto di uno studio che ha distinto per la prima volta due
tipi di memorie ippocampali in base al codice: Note
e Notizie 21-05-22 Distinte dai codici due memorie ippocampali umane.
Note
e Notizie 28-05-22 Emozione nata nel cuore innesca il cervello e i suoi
rapporti bidirezionali. Questa nuova acquisizione ha fatto riflettere i
neurofisiologi non meno degli psichiatri per il talamo negli adolescenti in
rapporto alla schizofrenia: Note
e Notizie 28-05-22 Talamo negli adolescenti e patogenesi della
schizofrenia. Ludovica R. Poggi ha presentato nello stesso giorno
le scoperte sulla segnalazione affascinante e poco nota della galanina.
Il mese di giugno ha subito avuto riflessioni e
discussioni rilevanti. “Essere e Senso” di Monica Lanfredini non è solo un
excursus panoramico del pensiero filosofico su questi due concetti paradigmatici,
ma è propriamente un aiuto alla presa di coscienza circa quanto la concezione
dell’essere e il valore del senso abbiano influenzato il modo di stare al mondo
dei soggetti storici e il nostro nel tempo presente: Note e Notizie 04-06-22 Essere e Senso.
Infatti, La concezione
dell’essere ha sempre influenzato il modo di pensare a sé stessi e agli altri. L’esempio
più eclatante in epoca contemporanea si ha con la pubblicazione del saggio di
Jean-Paul Sartre L’Essere e il Nulla. Ecco cosa si legge nel
nostro saggio:
“La prima
traduzione italiana si avrà solo nel 1958, quindici anni dopo, e la diffusione
del libro fra i giovani universitari avviene in Italia negli anni Sessanta, in
una temperie del tutto diversa, quando la pace, il boom economico, la
diffusione delle automobili, i voli transoceanici, la televisione, gli
elettrodomestici e tutti gli altri agi del nascente consumismo sembrano
promettere una vita piena, ricca e intensa, senza spazio per il vuoto
esistenziale. E, infatti, tra i giovani il nulla sartriano si limita a creare
qualche moda passeggera e un po’ snob, come vestire di nero e dichiararsi “in
lutto per la vita”, ma poi scompare cancellato dal pensiero ideologico che la
fa da padrone in quel periodo, attraverso la politicizzazione capillare della
società.
In Italia la negazione
dell’essere in termini di nichilismo si ripropone con un ritorno di interesse
per Nietzsche e Heidegger, come provano gli studi di Valerio Verra, ma una risonanza al di fuori degli ambienti
filosofici si ha solo con Gianni Vattimo e la sua Apologia del nichilismo
(1981), nella quale suggerisce, per superare il disagio della civiltà di
freudiana memoria, l’assunzione di un ‘nichilismo attivo’:
una ricetta che non fa i conti con gli effetti sull’equilibrio psicologico di
una tale scelta esistenziale”.
In quello
stesso 4 di giugno si pubblica una breve recensione di Roberto Colonna (Note e Notizie 04-06-22 Gli stati
interni del cervello e il loro potere) che ha fatto molto riflettere e
discutere, perché lo studio presentato fornisce alcune basi neurobiologiche alla
teoria del nostro presidente. Ancora in quel sabato compare “Come nel cervello
umano sono legate cognizione ed evoluzione” che, nelle nostre discussioni
precedenti e seguenti la pubblicazione, è stato riportato a un impianto teorico
che include la visione di Edelman come relativa a una parte dei processi
determinanti nello sviluppo del sistema nervoso centrale.
Il sabato 11 giugno si è discusso di tutti e tre gli
studi recensiti: Notizie 11-06-22
Nuovo meccanismo
nella malattia di Huntington comune col Parkinson; Via spinogenesi un nuovo meccanismo
di apprendimento; Due rappresentazioni nel cervello degli affetti negativi.
Anche se si è avuta una riunione su “Proteine gliali
di Alzheimer e Parkinson nel liquor” e su “Effetti sul cervello della comorbidità
vascolare nella sclerosi multipla”, il 18 giugno l’interesse è stato quasi
monopolizzato dal saggio “Luce e Intelletto”, che esprime in sintesi un lavoro corale
sviluppato in seno al Seminario sull’Arte
del Vivere della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life
Italia” ed è un’ideale
prosecuzione di Essere e Senso di Monica Lanfredini. Lo scritto consiste
soprattutto in un breve studio sui
valori di senso evocati dall’esperienza della luce e custoditi dalla
parola, particolarmente in quello spettro di significati che si ricollegano per
un estremo all’essere e per l’altro all’intelletto (Notizie 18-06-22 Luce e
Intelletto).
Il fascino della storia antropologica del concetto di “luce”
emerge dalle ricostruzioni filologiche, e le tracce antiche evocano la
dimensione di pensiero in cui l’idea di luce si va a costituire quale matrice
simbolica. Dal Fons Vitae di Gabirol alla Metafisica della Luce di Roberto
Grossatesta, fondatore del pensiero scientifico dell’Università di Oxford, si
assiste ad una vera e propria evoluzione culturale che elabora i valori simbolici
in un contesto speculativo nuovo, con influssi neoplatonici
(Plotino, Proclo), teologici (Agostino), arabi (Avicenna)
ed ebraici (Avicebron, ossia Ibn Gabirol).
Poi le “creature di luce” di Dante e la distinzione tra il fuoco e la luce, fino
a come origina dall’osservazione dell’articolazione della spalla il concetto
greco di “armonia”, per tornare alla luce generatrice di armonie. E
infine, nei rapporti con l’intelletto, si legge della luce come “stato di
coscienza e intelligenza della realtà”.
Il 25 giugno abbiamo parlato di ERp57
come farmaco candidato per la terapia della malattia di Alzheimer, della
scoperta di un nuovo “bersaglio” per la terapia del dolore e del ruolo dell’Amigdala
umana nell’apprendimento associativo.
Il 2 di luglio sono stati all’attenzione
questi argomenti di recensioni: la disfunzione del retromero nella SLA; i
giudizi sugli uomini di donne sotto effetto di ossitocina e l’innamoramento
come stato psichico e questione aperta, per ciò che concerne le sue basi
neurofisiologiche.
Dopo la pausa
estiva è nata fra i soci una discussione sul concetto di infinito, promossa da
un professore di filosofia teoretica, che segue con assidua attenzione le
nostre pubblicazioni settimanali e ci ha chiesto di trattare l’argomento. In
particolare, ci chiedeva come mai l’infinito fosse diventato da tema filosofico
per eccellenza un argomento di quasi esclusivo interesse matematico e se, in
questo mutamento, vi fossero ragioni psicologiche o addirittura neurofunzionali,
oppure se fosse in questione una semplice evoluzione culturale.
Dal dibattito
sulle radici culturali del concetto è venuta la sfida di trattare un argomento
così impegnativo per dare una risposta a tutti coloro che si sono associati
alla richiesta del professore. La sfida è stata raccolta dal presidente della
società e dal fratello, altro autorevole socio, in qualità di matematico. Il
saggio, che ha affrontato con un taglio originale l’argomento includendo spunti
e considerazioni inedite, è stato pubblicato il 17 settembre: Note e Notizie 17-09-22 Dalle idee
antiche al concetto di infinito in matematica.
Per rendere partecipi dei contenuti del saggio coloro
che leggono queste parole, si propone qui un piccolo brano in funzione di teaser:
“Per gli antichi l’infinito era una realtà che si
imponeva alla riflessione; per i moderni, soprattutto da Kant in poi, l’infinito
è un oggetto mentale che pone al soggetto dei problemi logici. I Greci, coerentemente
con la loro cultura caratterizzata dalla pluralità di dei immortali, concepirono
un numero illimitato di infiniti; nel pensiero occidentale cristiano l’infinito
è unico, è vicino al concetto di assoluto e costituisce un attributo esclusivo
di Dio. In seno al sapere matematico si conserva attraverso i secoli la nozione
operativa, e non filosofica in senso stretto, di infinito adottata dai Greci”.
La settimana dopo, ossia il 24 di settembre, si è
discusso di un processo che distingue la percezione nel sonno da quella
cosciente e della scoperta di un circuito che lega le memorie, entrambe le
questioni affrontate in lavori sperimentali recensiti nelle Note e Notizie.
Prendendo le mosse da un incontro del Seminario
Permanente sull’Arte del Vivere, Lorenzo L. Borgia ha affrontato secondo lo
stile pluridisciplinare del seminario, l’argomento del luogo mentale proiettato
nella realtà di un sito naturale come storicamente accaduto per l’isola di
Capri, “altrove affascinante” nell’immaginario di Augusto e Tiberio, entrata
poi nella realtà politica come sede imperiale: Note
e Notizie 01-10-22 Capri come antico prototipo di luogo della mente.
Il saggio, che porta il lettore nella dimensione dell’eterna
estate caprese, propone anche un confronto tra Utopia e Capri: “Stimolante il paragone con l’isola che rappresenta nella
storia della cultura il non luogo per antonomasia, ossia l’isola
di Utopia di Tommaso Moro. La chiave fondamentale della differenza è data dal
fatto che Capri costituisce un quadro di natura entro cui può iscriversi
la coscienza umana nella dimensione del sogno, mentre Utopia è la costruzione
immaginaria di un ordinamento politico perfetto che realizza un sogno
dell’autore”.
L’8 di
ottobre, quando si discuteva della scoperta di un segnale di rievocazione
episodica nel cervello umano e della glucocerebrosidasi nella malattia di
Parkinson (v. Note e Notizie), abbiamo pubblicato un saggio di Diane Richmond
sulle cinque teorie del padre dell’evoluzionismo, che è stato accolto con un
interesse accostabile a quello dei più impegnativi saggi precedenti: Note e Notizie 08-10-22 Le cinque
teorie di Darwin.
La settimana seguente ha visto la trattazione di
argomenti che appassionano anche di più: il cervelletto nella memoria
emozionale e, soprattutto: Note
e Notizie 15-10-22 Il sesso e il nervo cranico zero, ossia un argomento
che in Italia è stato tradizionalmente trattato, se non proprio introdotto,
dalla nostra società scientifica fin dalla sua fondazione.
Un po’ in sordina la discussione a più voci sul saggio
Note e Notizie 22-10-22
Conoscere la
mente per comprendere la cosmologia, anche perché più breve. E forse
perché si era anche un po’ assorbiti dalla risoluzione di un mistero, quello
della conservazione della memoria dopo il ricambio proteico e dalla fine di una
controversia, quella su working memory e corteccia prefrontale (v. Note
e Notizie 22-10-22).
Con Note
e Notizie 29-10-22 Progressi nel riconoscimento di identità e di emozioni
nelle voci umani abbiamo ripreso lo studio fatto in occasione della
recensione del 22 gennaio. In quello stesso giorno sono stati pubblicati: “Interazione
tra neuroni e glia per working memory multiple” e “Neuroni umani rivelano
interazioni tra geni e ambiente nel PTSD”.
Il 5 novembre, nonostante siano venuti all’attenzione
settimanale dello staff dei recensori altri studi interessanti, recensiti e pubblicati,
l’attenzione si è concentrata su “Nuovi neuroni a neurotensina per il controllo
alimentare”.
Il 12 abbiamo pubblicato un saggio che comincia così: “Nella Grecia arcaica, prima della nascita dell’arte
del recitare in sedi architettonicamente concepite per rappresentazioni rivolte
a un pubblico di spettatori, la parola theatron voleva dire spazio
della mente in cui si rappresenta un fatto dello spirito. Designava dunque
una dimensione puramente psichica.
La consapevolezza
che questa dimensione non esiste solo quale intimistico tempo di autocoscienza,
ma costituisce la parte attuale e attiva del mondo interiore e può essere
influenzata dalla realtà circostante, come può esprimersi attraverso il soggetto
e influenzare chi lo circonda, non è di molti, ma lo era senz’altro di un
giovane fiorentino di nome Filippo, che era entrato in rapporto con questa
parte di sé fin da piccino. E da bambino aveva imparato quasi istintivamente,
in modo che sentiva naturale, ad attrarre gli adulti provocandone il riso con motti
divertenti e un agire burlesco, così da conquistarli al suo theatron
interiore, che era fin da quel tempo, senza che lui stesso potesse avvedersene,
popolato di realtà”. Il saggio, che invitiamo a leggere, è ricco di
documentazione storica e affronta in chiave psicologica questo viaggio dello
spirito: Note e Notizie 12-11-22
Filippo nel
viaggio dello spirito da Firenze a Gaeta.
Anche nelle settimane successive si è continuato a
commentare e discutere i contenuti di questo saggio e nelle “Notule” sono state
date delle risposte collettive a domande ricevute.
Questo argomento ha fatto passare in secondo piano la proprietà
mielinogenetica di una molecola come la floretina, presente in vari tipi di frutta,
dalle mele alle fragole. Ma non ha oscurato uno studio che sulla base del
trascrittoma del nucleo caudato, parte rilevante del corpo striato, ha in un
certo senso ridefinito la schizofrenia: Note
e Notizie 12-11-22 Schizofrenia ridefinita dal trascrittoma del caudato.
Il claustro, il più misterioso dei nuclei della
base telencefalica – ammesso che lo si possa considerare tale – ha occupato,
come dicono gli Americani, il center stage: Note
e Notizie 19-11-22 Il claustro forma moduli funzionali con la corteccia.
Il 26 novembre, quando si discuteva dei nuovi organoidi
cerebrali per lo studio della malattia di Alzheimer e per la sperimentazione delle
molecole candidate a farmaci, la priorità è stata poi data alla scoperta della
divisione del sonno REM in due sotto-stadi ad opera della corteccia retrospleniale:
Note e Notizie 26-11-22 Il sonno REM è diviso in due fasi dalla corteccia retrospleniale.
Il mese di dicembre è cominciato con alcune scoperte non
molto appariscenti ma di fondamentale sostanza:
Note e Notizie 03-12-22 Scoperti progenitori degli oligodendrociti fagocitanti
assoni; Note e Notizie 03-12-22
Come gli
animali usano le mappe spaziali per trovare il cibo; Note e Notizie 03-12-22 Gli
astrociti del giro dentato sono specifici per ciascuno strato.
Il 10 di dicembre sono state pubblicate le recensioni relative
al Riluzolo, farmaco della SLA che sembra essere
efficace nella leucodistrofia, e agli NDR1-2 cruciali per la salute e la
degenerazione dei neuroni, ma l’attenzione e la discussione dei soci si è
concentrata sulle scoperte proposte nel saggio: Note
e Notizie 10-12-22 Impariamo e apprendiamo dagli uccelli.
Contestualmente a questo “Spunti e fatti del 2022”
pubblichiamo circa la realizzazione di un modello interpretativo delle
dinamiche delle reti corticali che consentono la comprensione delle narrazioni:
la chiave per comprendere della base cerebrale di un processo così complesso
non è la dimensione spaziale, ma quella temporale: una precisa cronologia di
elaborazione fra le reti implicate permette, nell’ascolto di una storia, l’efficacia
e l’efficienza nella comprensione cognitiva e nell’eventuale partecipazione
affettivo-emotiva, cui siamo abituati (Note
e Notizie 17-12-22 Come la corteccia elabora le narrazioni udite).
L’istamina come neurotrasmettitore nel sistema nervoso
centrale è stata al centro dell’attenzione dei ricercatori alcuni decenni fa,
quando si sperava di poter giungere a una conoscenza esaustiva dei suoi ruoli
fisiologici e risolvere ogni problema circa la sua neurobiologia in poco tempo;
poi, di fronte allo stallo, c’è stato un progressivo abbandono da parte di
molti gruppi di ricerca, e le conoscenze negli anni recenti sono rimaste ferme
e immutate. Per questo, la recensione di un nuovo studio che ha ottenuto
interessanti risultati con nuove tecniche in vivo, prevediamo possa
essere gradita a molti (Note
e Notizie 17-12-22 Istamina neuromodulatrice rivelata in vivo).
Nelle “Notule”, come sempre, brevi su nuove
acquisizioni neuroscientifiche rilevanti, sintesi di discussioni circa
argomenti di attualità neuroscientifica e brani su questioni di interesse
culturale più ampio venute all’attenzione e alla discussione dei soci nel corso
della settimana.
Ci piace ricordare che nelle “Notule” del 12 novembre (v.)
abbiamo dato notizia della scoperta dei
neuroni Vsx2 che consentono di riprendere a camminare dopo una paralisi: come
nell’idea fondativa della nostra società scientifica, vi è stato l’incontro fra
due campi distanti e un tempo non comunicanti, quale la ricerca neurobiologica
di base e la neuroriabilitazione, che ha reso possibile il compimento di questa
impresa.
Questi appunti-diario sul nostro 2022 non vogliono
essere un elenco di tutti gli scritti pubblicati, perché la maggior parte non è
stata menzionata, e molti di essi, come le centinaia di argomenti affrontati
nelle “Notule”, potrebbero risultare più rilevanti per gli interessi particolari
di ciascun lettore. Qui si sono voluti ricordare solo quei titoli e quegli
argomenti che sono stati discussi più a lungo e che hanno visto una partecipazione
più estesa.
Le “Note e Notizie” prendono congedo in questa pausa
natalizia, durante la quale speriamo che possiate leggere tutte le recensioni e
i saggi che vi sono sfuggiti nel corso dell’anno, e ora prendo congedo anch’io,
augurando ai lettori da parte di tutti i soci della Società Nazionale di
Neuroscienze Brain, Mind & Life Italia, un buon Natale e un felice 2023.
L’autore della nota ringrazia la
dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle
recensioni di
argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare
il motore interno nella pagina “CERCA”).
Lorenzo L. Borgia
BM&L-17 dicembre
2022
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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio
[1] Svante Paabo, membro dell’Accademia Reale delle
Scienze di Svezia, è figlio illegittimo del biochimico Sune
Bergstrom, Premio Nobel per la Medicina per gli studi
sulle prostaglandine.
[2] Le sue scoperte sul genoma degli
ominidi sono menzionate nella motivazione del premio.
[3] Paul Veyne, L’Impero Romano,
op. cit., p. 32.